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UNA RICETTA SCIENTIFICA PER ESSERE CREATIVI: SPEGNERE IL CERVELLO
LA MENTE È CONSERVATRICE E, DI FRONTE A IDEE NUOVE, PRODUCE ORMONI DILLO STRESS, SE VOGLIAMO INVENTARE, DOBBIAMO PERCIO FAR TACERE LA SUA PARTE DEPUTATA ALL' AUTOCONTROLLO, COME FANN0 I JAZZISTI
La creatività è merce sempre più rara: lo sostiene la psicologa Kyung Hee Kim del William & Mary College di Williamsburg (Virginia) nel suo studio La crisi della creatività: il calo dei punteggi nei test di Torrance sul pensiero creativo. Analizzando i punteggi ottenuti in 30mila test dagli anni cinquanta a oggi, la Kim ha trovato che la creatività è in caduta libera almeno da venti anni. E il fenomeno avrebbe anche una spiegazione semplice: secondo le neuroscienze, infatti, essere inventivi non è un divertimento ma piuttosto una realtà rivoluzionaria e sgradevole. Il pensiero libero è provocatorio e pericoloso: a essere creativi perciò si fa una gran fatica. Lo sostiene, con un gran numero di esempi e una scrittura assai brillante Alf Rehn, docente di innovazione al Royal Institute of Technology di Stoccolma e autore di Dangerous Ideas (Franco Angeli). <<La creatività è sofferenza, richiede di mettersi in discussione, di buttarsi tutto alle spalle e sfidare il buon senso.>> dice. E racconta: <<La Pure Digital Technologies lanciò una videocamerà seguendo una strada disprezzata dai colossi del mercato ma che si rivelò geniale: lanciare un prodotto dichiaratamente peggiore di tutti gli altri>>. Proprio perché tutti inseguivano l'eccellenza, i vecchi metodi di cattura videodigitale erano diventati sempre più economici. <<La Pure Digital ideò così uno spartano involucro di plastica, con un tasto play e poco altro. E tanta semplicità d'uso. A cinque anni l'azienda ha venduto 1,5 milioni di queste videocamere, le Flip Video,
diventando il numero uno del settore, con una crescita del 50 mila per cento>> ricorda Rehn. Come mai le aziende concorrenti furono prese in contropiede? <<Perché viziate dall'abitudine. Il fatto è che il cervello è pigro e può diventare il peggior censore delle idee creative.>> continua Rehn. <<È un organo che ama gli schemi e le ripetizioni, e odia e scoraggia la novità. Fintanto che lo nutriamo di idee che può facilmente incasellare nei suoi schemi, ci gratifica con dosi di dopamina che ci fanno stare
bene. Quando invece pensiamo a cose provocatorie e innovative, il rubinetto della dopaminasi chiude e aumenta la produzione di ormoni dello stress: il cervello vuole farci capire che, quando siamo creativi, non è contento di noi. E ci fa soffrire>>. Come difendersi? I professionisti del jazz e del cabaret lo fanno d'istinto: quando improvvisano mettono a riposo la corteccia prefrontale dorsolaterale, associata all'autocontrollo. La ricetta per essere creativi, quindi, è semplice e sovversiva al tempo stesso: spegnere il cervello. O almeno la sua parte più bacchettona. <<I1 modo migliore per diventare più creativi è riflettere soprattutto sulle cose che tendiamo a disapprovare. La prossima volta che bolli un'idea come sgradevole, fermati e domandati: cosa stai cercando di proteggere? Cosa vuoi evitare di imparare? Avvertire disgusto per un'idea è il primo segnale che abbiamo raggiunto i limiti imposti dal nostro cervello. Oltre quella palizzata c'è la creatività>>.
GiulianoAluffi
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