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lunedì 2 giugno 2025

Paola Ricciardi - Second Quarantine

 Ho montato e pubblicato questo video per Paola Ricciardi nel 2021. Lavorando in smart working, per la pandemia di covid 19, gli spostamenti e le relazioni sono stati interdetti a causa delle politiche sanitarie restrittive imposte dalle autorità. Questo lavoro collaborativo nasce dall'esigenza di due artisti che cercano lo sguardo del pubblico al limite di uno spazio domestico, proiettato sull'esterno alla velocità del tuono.


mercoledì 21 maggio 2025

Morte accidentale di un anarchico al Bellini

 

La regia di Antonio Latella contraddice gli spazi e i tempi del testo originale, per poter inscenare il calpestio dei passi sulla silhouette disegnata dell’anarchico morto: una scenografia che è diventata una passerella di moda. Gli abiti degli attori sono spersonalizzati, parlano più voci sulla scena e danno vita a complessi di personalità multiple… Tutto questo ha davvero senso oggi? Siamo noi, con le nostre voci che diamo vita a questo spettacolo nevrotico di una società esaurita al punto da configurarsi in una paresi intellettuale? Il testo lo urla, ma qui gli attori vanno oltre, sono troppo pazzi per poterci paragonare a loro. Eppure gli accusati dalla drammaturgia siamo noi. Edoardo Sorgente carica ulteriormente la voce, pure cercando lo sguardo del pubblico. Lo spettatore è obbligato al silenzio, autodenuncia dell’omertà sull’assassinio del ferrotramviere anarchico. Il problema alla base, e insieme il successo, del gioco registico di Latella è che sia così in linea con il senso profondo dello spettacolo da obbligarci a dimenticare l’intera vicenda, pur di reggere il colpo di una tale esplicitazione. Il pubblico di questo spettacolo ne esce così completamente accusato e avvilito. Il gioco del protagonista, il vero pazzo nella scrittura di Fo e Rame, non regge il confronto con gli altri personaggi. Per pareggiare i conti di un’interpretazione esasperata, questo spettacolo ha spostato tutti gli equilibri. Ci obbliga allo “scandalo” (e cito l’opera) necessario per recepire un’opera che sarebbe, ed è, di un premio nobel alla letteratura. Proprio perché ricalca i modi d’oggi e i tempi della fruizione contemporanea, lo scandalo, l’urlo, il protagonismo scenico, sono più che necessari per obbigare tutti, e ognuno, alla ricezione del messaggio. Siamo tutti colpevoli, ancora una volta.

giovedì 6 giugno 2019

Lo ‘Spazio esistenziale’ a Casa Morra, è un capolavoro sconosciuto

 Lo ‘Spazio esistenziale’ a Casa Morra, è un capolavoro sconosciuto.

Quello spazio esistenziale che la mia amica Lucrezia Longobardi ha congegnato per la curatela si è dichiarato, balzachianamente, un ‘capolavoro sconosciuto’. Il discorso sulle opere è precipitato come la sostanza tangibile di una operazione alchemica. L’apparente sparizione dell’oggetto e la sua diffusione nel vivibile, corrispondono all’incarnazione nella curatrice-teste. Frenhofer nel racconto di Honoré de Balzac è Lucrezia che mi nasconde il capolavoro nell’angolo più intimo della sua esistenza. Mentre io, Poussin, mi accingo alla sua ricerca.

È un concetto di arte vivente il suo, di spazio perfettamente intellegibile e performativo, quello di un suprematismo bianco, maleviciano oltre il white-cube. Mi ricorda l’integerrima metodologia della gallerista Christian Stein, nella sua casa l’arredo era inconcepibile e iniziava la zona grigia di ambiguità tra vita e opere d’arte.

L’antiquariato dell’armadio a specchio nasconde le armature, i vestiti, che la mia amica indossa quotidie. Il suo vetro riflette nella porta l’immagine di noi, mimetica e speculare. Sono gli infallibili meccanismi difensivi del femminino, dell’inaccessibile archivio e dell’irriconoscibile soprabito nelle sculture di Liz Magor. Gli oggetti d’archivio e le finzioni sceniche sono immerse nel silicone, l’elemento plastico in una chirurgia estetica. Nella stessa sala un paio delle corna di Berlinde de Bruyckere sono appese al muro e consegnano all’eternità l’amputazione di una forma animale. Ed è Lucrezia a rivendicarne la loro radice encefalica.

All’opening della mostra “Lo spazio esistenziale”, a Casa Morra, Lucrezia era a letto. Guardando le fotografie credetti che fosse stata stanca per il troppo lavoro e che si fosse addormentata durante il vernissage. Invece era una performance, anche quella troppo radicale, poiché il suo inconscio si era riversato nello spazio intorno a lei sognante, permettendo al pubblico di visitarlo.

La fotografia di Luigi Ghirri a fianco del letto dove lei dormiva rappresenta un interno da sogno, stampato in proporzioni irreali su un manifesto. Quello stesso manifesto nella fotografia è affrancato sulla facciata di un rudere di campagna. Sembrava un collage e invece era una unica fotografia dove l’illusione di una cucina era dipanatasi all’esterno del fabbricato, come in un’opera di Gordon Matta Clark. 

In fondo a una fuga prospettica, tra le mura che si stringono nella stessa stanzina da letto, su un basso piedistallo c’era una misteriosa campana di vetro che ho subito riconosciuto come un’opera di Helene Fauquet. In passato il gallerista Corrado Folinea mi aveva spiegato che in quelle opere la specchiatura era andata a male, per cui il riflesso dello spazio risulta in una coltre grigia dove ogni cosa è indistinguibile. Qui la protezione della campana con il fallimento della trasparenza e del rispecchiamento, sono la critica di quella precaria struttura che l’individuo crea intorno a sè nel concetto di un’identità. Dove l’essere è colto in un nascondimento. Tra la stanza da letto e la successiva è teso il cavo di una delle ultime opere di Vettor Pisani. Una bambola appesa per la gamba sta insieme a una ruota duchampiana. Entrambi gli oggetti sono attaccati insieme alla corda sospesa in longitudine fino al fondo dell’ultima stanza, che è un white cube. Spicca un orologio che segna con lunghe lancette l’inesorabile trapassamento dei minuti e delle ore. Una finestra con i vetri opachi resta chiusa e proietta una luce diffusa, con pure le luci al neon sulla volta. Eravamo nel mondo dell’altrove, che si regge con la tensione del cappio al mondo del sogno, per la parete di sguincio nella camera da letto.

L’opera di Vettor Pisani è arpionata all’ultima parete nel suo baricentro. Tende un filo, una energia elastica che passa attraverso l’ingresso dell’ultima camera, collegando questo mondo con l’altro ed evitandone l’implosione per collasso.

Siamo rimasti a parlare per un po’, tra la cartografia acquatica di Flavio Favelli e i gessi di Rachel Whiteread. Sul tavolo c’erano dei fiori in un vaso di cristallo con l’acqua e dei cioccolatini nelle ceramiche. Il loop nel tubo catodico trasmetteva l’opera “Foolish Things” di Roberto Cuoghi. Gli elementi si succedevano immaginari o reali, e intanto le onde del mare nello schermo riflettevano un falso sole. Si alternavano l’alba e il tramonto allo stesso punto dell’orizzonte nel televisore.

Per via dell’espansione del medium video, io credo, viviamo un ritorno all’oralità. Questo accade dall’inizio del nuovo millennio al punto che il teatro si è risignificato, in ragione della attuale cultura dell’immagine. Lucrezia mi ha letto a viva voce i titoli di alcuni libri dall’apparato bibliografico della mostra, che lì era fisico e consultabile, un immediato accesso alla directory dei riferimenti letterari. Quella bibliografia concreta esprime fluidità, è qualcosa di estremamente diverso e pure profondamente affine nello spirito al ‘catalogo attivo’ della Biennale di Venezia, dove gli operatori di sala guidano alla lettura delle opere come si consulterebbe un oracolo.

Vi allego i consigli di lettura, tre dei volumi sulle mensole in marmo della cristalliera: Mille Piani di Deleuze e Guattari, Essere e Tempo di Martin Heidegger e i romanzi di Anna Maria Ortese.


mercoledì 3 aprile 2019

Pertanzform 01 a cura di Alessio Trevisani e Yuko matsuyama - Berlino

Scrivo questo post in differita per pubblicare qualche foto dall'edizione 1 di Pertanzform a cura di Alessio Trevisani e Yuko Matsuyama. 

Tutte le foto sono scattate da me (Lorenzo Buongiovanni).
I diritti di riproduzione sono afferenti a me e agli artisti ritratti.






























domenica 7 agosto 2016

Made in Fat City - Molosiglio d'Agosto

Nella città grassa - del logo con la pancetta - di Fat City, congrega napoletana di aggregamento musicale, si festeggia il settimo giorno del mese agostano con una line-up cataclismatica. Il setting è il collaudato faro del molosiglio, ritrovo estivo della scena napoletana - ce stamm vuottann' a mmar' - che ospita [dopo i The Devils di giugno e la serata di luglio con La Via Degli Astronauti, Saudade, Sick Sciences] trash, hard(e)core, eroi locali e garage pop che tanto giovano alla caligola partenopea. Un vento veloce e fischiante ha accompagnato l'evento. Penetrante e glaciale con le sonorità del toscano Tab_ularasa, chitarra e voce alla gioventù sonica, sindromi di peter pan e complessi anali (canzoni sulla cacca e urli al "basta casta") che ci ricordano il nostrano Aaron Rumore, col quale si è vociferata una collaborazione [la cui assenza sembra smentire]. Poi il vento si fa ridondante con l'acca-cì dei Motosega, imperterriti e sempiterni propagatori della vecchia scuola, senza i quali la serata non avrebbe avuto struttura. E infine il ritmo si accelera e ritualizza con le mazzate nel pogo dei Collapse e dei Satanic Youth, rispettivamente da Firenze e dalla Liguria, entrambi di ritorno dal Lecce Hardcore festival. A condire, dj-set e brindisi con roba forte fra buoni vecchi abitudinari della scena partenopea insieme a onorevoli ospiti. La tentazione di buttarsi a mare è stata forte, ma abbiamo resistito: l'acqua là sotto fa schifo, meglio i drink del Capitano e del Michele o la birrozza della Signora. Parliamo fuori dai denti.

Molosiglio - 7 Agosto - Fat City
Satanic Youth - Collapse - Motosega - Tab_ularasa

lunedì 6 giugno 2016

After Fukushima. An animation of the disaster.

Moving colored particles are indicators of radioactivity in relevations made from march 12 to april 12 of 2011.
Indicators are revealed through their spectrum captured from earth's orbit.


After Fukushima. An animated gif that I made with images taken from space, on the initial radioactivity rates of the nuclear apocalypse started in 2011. 100% of fishes from the pacific ocean are today tested to be yet radioactive.

mercoledì 16 marzo 2016

'Candide' di Mark Ravenhill - Teatro Mercadante

Candide è uno spettacolo nel senso aggettivo della parola. La piece, una rivisitazione del Candido di Voltaire, rappresenta la rilettura di Mark Ravenhill. Lo spettacolo, pur afflitto dalle nervosità dialogiche della scrittura contemporanea, realizza il surreale sguardo del nostro tempo su un'opera mitologica del pensiero illuminista e lo fa attraverso le tecniche del manierismo shakesperiano di un ‘teatro nel teatro’.
L’innovazione di volta della piece è l’elemento del viaggio nel tempo, prestito cinematografico, che si realizza nella divisione dei cinque atti: altrettanti salti temporali tra settecento, una metafisica scoperta delle Americhe in Eldorado, i giorni nostri e la visione su un futuro prossimo imprecisato.
il Candide in questione è preso dall’ambiguità di vedersi rappresentato, protagonista della piece, e incarnare un Candide interiore, a rappresentanza del sentimento di umanità dei personaggi di Sarah e della figlia, rispettivamente Francesca Mazza e Federica Zacchia. Infine, da ibernato, si sveglia alla decadenza del sogno idealistico di Cunegonde, una altrettanto complicata metonimia dell’Amore.
La grande macchina della messinscena dimostra la peripezia di un discorso coerente sull’ottimismo, profetizzato dal personaggio leibniziano di Pangloss, all’ombra della post-storicità del mondo globalizzato.
La stimolazione sensoriale, l’uso aggressivo della spazialità e degli audiovisivi, la bravura del cast nell’usare questi elementi realizzano a pieno le potenzialità del testo, televisivo nella mescolanza dei linguaggi, maleducati nel rappresentare il settecento, ingenui nel descrivere il salto nella contemporaneità degli ultimi atti. Esce fuori un disegno complicato, poco toccante, che funziona come forte suggestione sensoriale. Una riflessione di grande attualità che invita all’approfondimento di temi caldi, ma si fa prendere dal callo dell’intrattenimento, con lode all’istrionismo degli attori.
Questo spettacolo deve essere visto, con uno sguardo della genialità, che sembra riversatasi tutta nella regia di Fabrizio Arcuri, che ne custodisce il codice: un linguaggio dell'inventiva senza fondo, esaltante e raro.

Lorenzo Buongiovanni, 16 Marzo 2016, Napoli

Fotografie di Achille Le Pera © —
'Candide' di Mark Ravenhill, regia Fabrizio Arcuri
TEATRO MERCADANTE 15 marzo 2016 20 marzo 2016


traduzione Pieraldo Girotto
regia 
Fabrizio Arcuri
con Filippo Nigro, Lucia Mascino, Francesca Mazza, Francesco Villano, Matteo Angius, Federica Zacchia
e con Domenico Florio, Lorenzo Frediani, Giuseppe Sconditti, Francesca Zerilli
e la partecipazione straordinaria di Luciano Virgilio

musiche 
H.E.R.
scene Andrea Simonetti
costumi Fabrizio Arcuri
video 
Luca Brinchi, Daniele Spanò
live visual 
Lorenzo Letizia
assistente alla regia 
Francesca Zerilli
assistente ai costumi 
Valeria Bernin
produzione Teatro di Romain collaborazione con Centro Teatrale Santacristina

mercoledì 9 marzo 2016

giovedì 11 febbraio 2016

Duodenum release party - A.T.R.I.6 , Napoli

Television breaker
A.T.R.I. 6, 13 Feb, Napoli, Release party

Autoproduzioni Totali Rock'n'roll Intransigente presenta

DUODENUM 7" RELEASE PARTY

DUODENUM
(Punk Blues Duo Extravaganza da Milano/Napoli su VidaLoca Records)
Dopo anni di cocciuta produzione casalinga è arrivato il primo 7" dei DUODENUM, duo blues punk gospel di culto della feccia e dei reietti della musica sotterranea italiana. Uscito per Vida Loca Records e Bubca, il 7" contiene ben 8 canzoni che rappresentano al meglio l'evoluzione e la storia del duo più sbagliato e peggiore della storia della musica italiana.

WHITE NIGGERS
(Garage Rhythm and Blues da Lucera)
4 forse 5, bò non è dato saperlo, brutti ceffi della provincia di Foggia, amanti del soul, del garage, del rhythm'n' blues. Che altro aggiungere... niente, ci basta così!!
https://www.facebook.com/thewhitengz

TUTTIFRUTTI APOCALYPSE
Selezioni depravate a cura della coppia più Rock'n'Roll dello stivale!!
https://www.facebook.com/tuttifruttiapocalypse

APERTURA ORE 22:00 (DJ SET)

INIZIO CONCERTI ORE 23:00
A.T.R.I. 6
Via Napoli, 6 Napoli

giovedì 5 novembre 2015

Condizione Umana

La natura umana è il frutto di innumerevoli condizionamenti biologici. L’intelletto umano, nel suo stadio di sempre più affinata astrazione dall’onere della sopravvivenza, si emancipa dalla propria condizione divenendo cosciente di sè. Ma la natura umana vive di condizionamenti ben più profondi rispetto al tema della sopravvivenza nel senso stretto di “sostentamento”: i meccanismi di sopravvivenza che rimangono latenti e ritornano sotto forma di meccanismi di autodifesa. Di questo concetto vi è un esempio su tutti, la reminiscenza intrauterina della apnea autoindotta: nei bambini piccoli se si soffia sopra il volto, gli occhi si chiudono e il viso si contrae come per trattenere il respiro. Ebbene la sensazione di aria che corre sulla pelle del viso nei neonati è ricondotta alla percezione (dunque una memoria, sensazioni collegate ad esperienze) del liquido presente nella placenta. Non solo questo innesto che ci proviene dall’esperienza prenatale è un tratto condizionante della condizione umana, ma è comune a molte altre specie mammifere quali i felini, che però hanno altre esperienze sensoriali. Quanto mai oggi si riconduce il sapere sull’essere umano, il sapere antropologico, alla condizione di fisicità dell’uomo sulla Terra, al suo essere Mindful Body, corporeità pensante.

mercoledì 21 ottobre 2015

#OMG - Frutta

Lo sconfinamento fra Arte e Scienza, Bio-arte: un discorso fruttuoso.


Il punto debole di ogni argomentazione intorno agli OGM, che parli al pubblico più vasto, è non ricordare la distinzione fondamentale che interessa i consumatori: cibi transgenici, la cui riproduzione avviene in laboratorio con codice genetico non appartenente alla specie; cibi ibridati, la cui selezione avviene normalmente in agricoltura al fine di garantire il raccolto e selezionare i rami della specie fertili al fine di un giovamento nella resistenza ambientale e nei nutritivi, ad ogni stagione di raccolto. Abbiamo letto in un'articolo di artribune che ci si riferisce alla storiografia dell'arte, specificamente alla natura morta del diciassettesimo secolo, per evidenziare le specialità vegetali e animali esistenti all'epoca e attuare un confronto con quelle esistenti oggi, scomparse, sopravvissute o di nuova scoperta. Quello a cui si riferiscono il professore Nienhuis come anche Todd Wehner sono le idiosincrasie geografiche e morfologiche delle varietà di cui abbiamo documentazione visiva, pittorica e fotografica, che ci possa essere giunta (anche grazie alla storiografia dell'arte) fino al momento in cui, dagli anni 70, Cohen e Boyer dimostrarono la possibilità della clonazione di materiale genetico attraverso organismi di specie diverse fra loro. Questi sono noti come i primi effettivi sperimentatori nella manipolazione genetica. Parlando di intersezioni tra arte e scienza, l'interesse artistico dell'architettura genetica è proprio quello che ha dimostrato un'artista della bio-arte quale Heather Dewey-Hagborg. Attraverso la opera di hacking-spionaggio stranger visions, di frammenti di codice genetico, ha generato dei ritratti, maschere, dei possessori di frammenti di codice, ritrovamenti casuali nello spazio urbano. Riporta alla visione ciò che era nascosto alla vista, nel mozzicone di sigaretta o nella gomma da masticare sotto forma di tracce di secreti corporei.
Nel sempiterno tentativo degli artisti di contribuire al progresso scientifico, ci sembra fantascientifico immaginare che dipinti di epoca barocca, che ci trasmetterebbero altrimenti solo opulenza e languore, si proiettino al limite della fantascienza quando sono esaminati con lo sguardo pornografico e vivisezionista dello scienziato di chimica agraria o dell'ingegnere genetico contemporaneo.

Frutta, Capodimonte, Barocco
Natura morta (dettaglio) - XVII sec.,
Collezione Farnese,
Museo di Capodimonte di Napoli.
–––
Sulla frutta figurano numeri che rimandano a una appendice,
dipinta nel quadro stesso, la quale riporta i nomi delle
varietà di frutta raffigurate. Il lavoro della pittura Barocca
ci aiuta, a secoli di distanza, in una ricostruzione della
selezione (e semplificazione quando non disfacimento)
delle numerose specie vegetali del nostro vissuto storico.

domenica 18 ottobre 2015

Žilda à artecinema

"Žilda à Naples" nel titolo e nei fatti, una recensione del documentario con siparietto alla proiezione ad artecinema


La rassegna di pellicole sull'arte contemporanea 'artecinema' 2015 si apre con il film 'Art War' e si chiude ugualmente con la street art di 'Žilda à Naples'. Artista di cui Television breaker si è già occupato in un post del giugno 2012.
A intervistare il regista Colin Torre (cameraman e montatore del suo stesso film), è Laura Trisorio, la quale dopo poche battute apre il tema sulla presenza nella sala di proiezione dello street artist in questione, Zilda, che pare possa aver scelto di presenziare. Non è chiaro, ma trapela un certo fremito nelle parole di Colin.

Le luci in sala si abbassano. Inizia il manifesto in cinema dell'arte di Zilda. Un film ovvero un monologo dell'artista medesimo che ci lascia a bocca aperta per la fluidità con cui si fa accompagnare dalle immagini dei suoi stessi lavori, nonchè della loro realizzazione. Ma l'artista non si fa mai riprendere in volto, nonostante l'iconica felpa nera col suo nome sulla schiena, che lo identifica evadendo ogni dubbio. Un'opera magistrale di poesia per immagini e parole, considerato anche il low budget con cui sembra essere stata realizzata.

Ma accade un imprevisto sensazionale: il meccanismo di proiezione si inceppa dopo un elogio finale su Napoli, su come "ogni altra città impallidisce" al confronto, sul quale il film sembra voler concludersi. Si pianta sullo schermo una immagine glitch di un fotogramma distorto e una voce dalla sala lancia un urletto, gracchia un lamento, tutti si alzano, qualcuno applaude. Le luci si alzano e pare che gli sguardi del pubblico seguano una figura in fuga, con un tubo per poster simile ai rotoli di carta appena visti nel film.
Laura Trisorio si scusa per i "56 secondi" di pellicola che hanno mancato di proiettare e saluta tutti al prossimo anno per una nuova rassegna di artecinema.

Può darsi che il lamento alla interruzione della proiezione fosse dell'artista? Che tanto si era dato da fare per nascondere la sua identità, non poteva mancare alla prima del suo documentario. Docufiction che si apre con un commento alla quantità di cose e selfie e beni di consumo e tutta questa roba "sotto forma di paradiso" che potremmo criticare coerentemente se solo fossimo fuori da quella sala in cui, senza più ombra di dubbio, Zilda a un pelo dallo smascheramento, ha scelto di autocelebrarsi.
Finale clamoroso di rassegna.

giovedì 20 agosto 2015

#OMG - Primo

Mio nonno, il prof. B. Marano, è stato un chimico agrario, docente universitario, e una cosa fondamentale che mi ha passato è stata che i vegetali transgenici o cisgenici che siano, quando possiedono caratteristiche potenziate, nella quasi totalità dei casi perdono la capacità di produrre autonomamente semi, di riprodursi.


OMG
I pomodori 'perfetti', tondi, transgenici o misto transgenici/cisgenici,  hanno una architettura genetica progettata per realizzare il massimo della forma e il massimo della presenza di determinati nutrienti, in condizioni ambientali spesso disperate, a discapito però della specialità vegetale originaria. Ad ogni semina le colture di ogm sono re-ingegnerizzate in laboratorio, con il problema fondamentale che la richiesta di mercato di colture (è il caso di dirlo) naturali, cade rispetto a quella delle colture ogm per fattori quali la sicurezza del raccolto e ragioni, per lo più dovute all'estetica del prodotto, di spendibilità sul mercato ortofrutticolo.

Il problema per gli agricoltori e così dicendo per i consumatori è che le sementi commerciate dalle compagnie chimiche e farmaceutiche, soprattutto nel caso degli ogm portano a una condizione di dipendenza se non subordinazione degli agricoltori e dei piccoli come dei grandi produttori nei confronti dei laboratori di bioingegneria, delle case chimico-farmaceutiche che producono i semi.

Il trattamento squilibrato, dicotomico, tra parti interdipendenti di settore primario (agricoltori) e settore terziario (politiche dell'industria chimica e del farmaco) ha avuto un tentativo di legiferazione, che è sembrato prescindere dalla tematica ogm ma che è invece ivi compresa.
Nel dibattito con il parlamento europeo la commissione europea ha visto bocciato il proprio disegno di regolamentazione delle sementi nel marzo del 2014, che avrebbe avuto come conseguenza sostanziale di impedire lo scambio libero delle sementi tradizionali tra gli agricoltori, liberi cittadini di una stessa nazione: un procedimento antropologicamente consolidato che tutela la biodiversità e le colture tradizionali tra le generazioni. Il vantaggio di una tale legiferazione sarebbe stato se non altro quello di obbligare i coltivatori alla scelta di sementi prodotte in laboratorio, schiacciando le pratiche di auto-inseminazione delle colture.
Abbiamo visto come le colture del mais negli Stati Uniti e presto del riso in Italia, siano invasive e minino le colture non-ogm, nei resoconti del Rodale Institute, e di come esse portino ugualmente alla presenza di piante infestanti ed effettivamente ne favoriscano la selezione naturale [documento testuale del servizio report].

Oltre che rispetto agli agricoltori che tutelano le specialità botaniche, proprio nei confronti dei cittadini Europei, con il dibattito sul TTIP, si sarebbero commesse le più gravi ingiurie nascondendo la presenza di materiale transgenico/cisgenico nei prodotti importati dagli USA.
Ugualmente attraverso le proposte della Commissione europea, così anche negli Stati Uniti: la deregolamentazione delle etichettature degli ogm è una battaglia che le multinazionali alimentari stanno combattendo strenuamente e che promettono di vincere, stando alla forza del gruppo lobbistico, contro la consapevolezza dei consumatori non più solo americani ma internazionali.

In definitiva: è il rilievo mediatico di scoperte ed evidenze scientifiche che ci porta a politicizzare il discorso sui cibi ogm. Le teorie come le pratiche scientifiche, nel mare magnum delle politiche di tutela o proibizionismo, diventano esse stesse enunciati politici quando accompagnate da ogni tipo di giornalismo, propagandistico, allarmista, populista, retorico, scettico, generico o quale altro.
In quanto consumatori oltre che cittadini, sentiamo la necessità di vedere rispettati il principio di trasparenza, prima di elaborare le politiche di restrizione o di favoreggiamento che interessano il futuro, oltre che il presente, dell'alimentazione.

sabato 14 marzo 2015

Napoli, New Media Art tout court

"[…] L' ultracontemporaneo, "l'arte di adesso" su cui Thierry Geoffroy fonda la prima biennale Danese in corso d'opera, vede in questo periodo l'evolversi di un teatro efficace delle più innovative tecnologie applicate ai contesti artistici."

Stefano Cagol
flyer "Dammi la tua energia" - Stefano Cagol
the body of energy
Stefano Cagol, vincitore del premio VISIT 2014, è stato all' Unisart grazie al museo Madre con il progetto itinerante 'The Body of energy' che utilizza la fotografia termica come un mezzo estetico. Se l'immagine si definisce attraverso la luce, 'the body of energy' vede le figure definirsi in base al parametro del calore. Le immagini che ne fuoriescono sono in una particolare scala cromatica. Attraverso un secondo livello di lettura viene restituita la sensazione tattile delle ambientazioni e dei soggetti impressi graficamente e cromaticamente dal mezzo tecnologico. E' un esempio di come la fotografia, l'estetica, la cromia, l'effetto di disturbo restituiti dall'uso di uno specifico mezzo tecnologico forniscano spunti per delle ricerche espressive e comunicative di grande impatto e novità. Il mezzo tecnologico possiede così intrinseche delle potenzialità comunicative che gli artisti dispiegano e piegano alla propria ricerca. L'artista sempre più padrone della tecnica assume un ruolo di comunicatore visivo. Segue la medesima logica l'applicazione della radiografia in tempo reale alla campagna Diversity & Inclusion – Love Has No Labels della Ad council che ha spopolato sui social media. La installazione organizzata per la campagna negli Stati Uniti comporta l'uso di uno strumento tecnologico di acquisizione di un'aspetto del reale che sul piano visivo è trasposto in una operazione estetizzante. Anche se non è propriamente una operazione artistica, la visione a raggi X applicata alla comunicazione visiva esprime con grande forza il messaggio contro il razzismo e la xenofobia che Ad council ha richiesto ai suoi esperti della comunicazione.
Art campaign
www.lovehasnolabels.com
In queste sperimentazioni la figura umana è soggetta a una fluttuazione della identità. È così che l'arte spoglia della personalità ai fini comunicativi, generando alterazioni, stilizzazioni, distorsioni video che diventano iper-immagine: lo stratificarsi di sensi (percezione e pensiero) sulla rappresentazione della realtà, una esperienza del mondo arricchita con la esperienza artistica. Qualcosa di molto vicino all'introduzione dell'immagine scientifica nel campo dell'estetico. Dal progetto transnazionale di Stefano Cagol, passando per l'arte virale e il communication design, fino all'arte performativa, la videoarte risponde alle esigenze espressive contemporanee.
Sara Lupoli
Album-Toi, mon miroir di Sara Lupoli
con Marianna Moccia ed Elena Cocci
Al Teatro Galilei della Città della Scienza di Napoli il 14 Marzo va in scena la danza di 'Abum-Toi, mon miroir', prodotto dalla francese PianoBe e diretto da Sara Lupoli. E' contaminato di nuove tecnologie applicate. In questo spettacolo la scenografia, l'installazione video si fondono nella videoarte di CtrlAltLab con Carmine Spizuoco, i quali hanno sviluppato (attraverso gli strumenti di processing e acquisizione visiva in tempo reale) una proiezione che "danza" insieme con i ballerini reagendo ai movimenti del loro corpo, dialogando con la coreografia e contribuendo allo sviluppo narrativo.
L' ultracontemporaneo, "l'arte di adesso" su cui Thierry Geoffroy fonda la prima biennale Danese in corso d'opera, vede l'evolversi di un teatro efficace delle più innovative tecnologie applicate ai contesti artistici.

videoarte per la scenografia interattiva
CtrlAltLab e Carmine Spizuoco

These days Stefano Cagol, winner of the 2014 VISIT prize, was in 'Unisart with the partnership of the museum of contemporary art Madre with his traveling project  'The Body of energy'  using thermosensitive photography as an aesthetic medium. If the image is defined by the light, 'the body of energy' sees figures defined basing on the parameter of their heat, coming out in images with a particular color scale. Through a secondary interpretation is given back the tactile diagram of the setting and the subjects, impressed graphically and chromatically by the technological mean. An example of how photography, aesthetics, colour, disturbance returned from the use of a specific technological mean provides ideas for expressive research and ideas for communication of great impact and novelty. So the artists unfold and bend to their research the potential intrinsic in technological means. The artist becomes more and more the master of the technique serving visual communication. Following the same logic, the application of X-ray in real-time in the campaign – Love Has No Labels for the Ad council  has burst through social media. The installation organized for the campaign in the United States involves the use of a technological tool for the acquisition of an aspect of reality transposed through an aesthetic operation on the visual perception. Although not exactly an artistic operation, the X-ray vision applied to visual communication expresses with great force the message against racism and xenophobia that Ad council wanted from its communication experts. In these experiments, the human figure is subject to a fluctuation of identity. That's how the art is stripped of personality for communication goals, generating alterations, stylizations, video artifacts becoming hyper-images: the stratification of senses (perception and thought) on the representation of reality, a world experience enriched with the artistic experience. Something closer to the introduction of Scientific imagery in the aesthetic area. From transnational projects, through viral art and communication design, up to performative art, video art meets contemporary expressive needs. At Teatro Galilei in the City of Science in Naples, March 14, stages the dance of 'Abum-Toi, mon miroir', produced by the French PianoBe and directed by Sara Lupoli, contaminated with new technologies. In this show the set design and video installation merge in the art of CtrlAltLab with Carmine Spizuoco, who have developed (through the tools of processing and video acquisition in real time) a projection that "dance" together with the dancers, reacting to the movements of their body, inscribing itself within the choreography and contributing to the narrative development. The 'ultra-contemporary', "the art of now" on which Thierry Geoffroy founds the first Danish biennial, at present under construction, sees the evolution of a theater that is effective of the most innovative technologies applied to the artistic context. 

venerdì 27 febbraio 2015

Black and Blue or White and Gold? The Dress Explained.

I illustrate you a moment the situation, take your time to read…
There is a viral phenomenon on the internet, spread through the social media, commented on every thinkable platform of blogging, web press etc.. I am talking about a dress, a photo of it, and the debate over its colours. Black and blue, blue and gold or even white and gold? We perceive the same dress in different colours depending on how we interpret it. Everything has been said but the truth. I think truth is a hidden matter. Everyone looking at the picture immediately focuses on the dress, pushed by the question of its colour. Whether if it is blue and black or white and gold for us, we tend to focus on the dress instead of the location or our perspective. Perspective is vision since photography is the mean of visual communication. But the truth is one and I know no other at the moment having argued in support to one of the two colours' interpretations. When i looked at the picture first, from a friends' page, I was on my smartphone and noticed the dress in black and blue. I didn't pay much attention since i glanced just a moment at the article. by the way the title's open discussion about the dress made me think about it. When later I opened the article I found it was in truth white and gold. I was surprised to have changed idea. I noticed all the details of the picture coming to light. I was brought to thinking the dress as white and gold simply because of the overexposure to light of the background.

I analized all the details and found the matter was that incoherence between the "colour" of the light bumping onto the dress and the one beside it. Yes, light has a colour that we unconsciously suppress, depending on our interpretation. Why this incoherence? Two reasons:
• The color correction of the camera, which is probably a built-in digital camera of a smartphone, had a colour correction automatically set to a particular lighting.
• There is two spaces with two different types of light. One interior space with an artificial light on the background, a second space from which comes the light illuminating the dress at our sight.

The artificial lighting, the one on the background illuminates an interior space. The light that illuminates the dress instead invests it obliquely from above. It could be the light of 4 p.m. in European winter, a fading blue light when the sun is not far from setting or another refracted source of light. We "see" that the lighter colour of the dress is not clear because of a disturb in it, a light-blue or lilac shade, that is a digital noise, a colour noise caused by the digital acquisition method of the image, set to suppress a light-colour in the picture. Now we see that the golden decorations, interpreted as lighter by our visive-brain, is now clearer, takes the scene to the previously (if you thought was black) unidentified fabric/decoration, The tiniest shadows are depicted.

If we interpret the dress as black and blue we are actually suppressing the color dominance of yellow: the golden is interpreted as black and the white texture is thought even darker as a blue.

If we are strictly thinking the image as a structure made of just one colour scale depending on the artificial light we will see the dress as black and blue. If we have the imagination, or better the elasticity of image-interpreting, to think about a light intervention that's not in frame and assume we have an overexposure, warping the colours in the picture, we have better chances to really guess the colour of the dress. That is… white and gold, dude.

L.B.

sabato 25 ottobre 2014

TELEVISION DELIVERS PEOPLE by Richard Serra

Aside from the artist profile the art market wants to figure Richard Serra, there are some video artworks he did around the 70's which took the attention of an interesting internet resource for experimental art UBUWEB. Ubuweb "proposes a different sort of revisionist art history, one based on the peripheries of artistic production rather than on the perceived, or market-based, center"

TELEVISION DELIVERS PEOPLE is a video-art piece that unfolds an intention beside the entertainment in television, used as a mean for a "soft propaganda". Television Breaker couldn't let this work veiled providing its little spotlight to something that could pass undiscovered until the last rites. Please visit Ubuweb. There you can find lots of works and artists you can't imagine how mind blowing they are.

Richard Serra is best known for his unique sculpture works, flowing from the conceptual instance to the renewal of urban and land art, his pieces take form in dizzying walls that evolve in twisting, linear, sharp figures emerging from the ground that bend and push the rules with which engineering and manufacturing with steel, alloys, cement and other modern architecture elements have always been made. Sometimes a little pretentiously referring to classical architecture and literature.

Oltre il profilo di artista che il mercato dell'arte vuole figurarsi essere Richard Serra, ci sono alcune opere di video arte che ha eseguito intorno agli anni '70 che hanno catturato l'attenzione di una interessante risorsa internet di arte sperimentale: UBUWEB. Ubuweb "propone un diverso tipo di storia dell'arte revisionista, uno basato sulle periferie della produzione artistica piuttosto che sul centro percepito o basato sul mercato"

TELEVISION DELIVERS PEOPLE è un pezzo di video-arte che dispiega un' intenzione dietro l'intrattenimento televisivo, utilizzato come mezzo per una "propaganda morbida". Television Breaker non poteva lasciare velato questo lavoro e fornisce il proprio piccolo riflettore perché non rimanga nascosto fino ad estrema unzione. Consiglio di visitare UbuWeb dove potete trovare un sacco di opere e artisti che non potete immaginare quanto spaccano.

Richard Serra è meglio conosciuto per le sue uniche opere di scultura che, scorrendo dall'istanza concettuale al rinnovamento dell'arte urbana e paesaggistica, prendono forma in pareti vertiginose che si evolvono in torsioni, linearità e figure taglienti che emergono dalla terra e piegano e spingono le regole con le quali l'ingegneria e la manifattura con l'acciaio, le leghe, il cemento e altri elementi di architettura moderna. Concettualmente (o forzosamente) si riferisce all'architettura e alla letteratura classica.

lunedì 16 giugno 2014

BREAKING TRASH TELEVISION

TELEVISIONBREAKER.Tumblr.com

Sappiamo tutti che al ruolo di presentatore, ospite d'onore, grazia sua in persona, nelle televisioni nazionali o private che siano, accorrono ogni volta un orda di raccomandazioni infinita, e per salvare il posto ai soliti noti, la cattedra dell'aula televisiva va alle solite facce, caso estremo quello di Baudo Pippo l'onnipresente, scovatore di talenti infinitamente più talentuosi Heather Parisi, Lorella Cuccarini, il lirico Bocelli e la cantante Giorgia.

In anteprima internazionale assolutissimissima… I protagonisti della tv spazzatura in una collezione unica irripetibile, criticata in immagini di eloquenza magna, un aggiornato catalogo delle figure d' incongruenza palese sui volti dei personaggi noti e meno noti della televisione. Ad accompagnare l'espressione più eloquente, le lapidarie esternazioni del rompipalle (o rompi-tv qual si preferisca) più critico della rete.
È noto, non esiste campo della televisione che non sia scandagliato e vagliato fino all'ultimo fotogramma tanto accuratamente quanto Blob. Ma se c'è una medaglia d'argento sul podio dei più
estetizzanti critici televisivi nella comunità antropologica, questo va a
televisionbreaker.tumblr.com
seconda sede del portale televisionbreaker






venerdì 13 giugno 2014

Zero Euro - Salvatore Fiore

Lately, the attempt to buy a full shopping trolley in a German supermarket with a 30 euros papermoney, might have inspired the print of "0 Euro paper money" by Salvatore Fiore from the Academy of fine arts of Napoli, who brightens up a discussion about the value of contemporary art: this time the art piece is the money itself, it embarasses the estimator and makes him question about his importance. A conceptual act nearest to 1961' "Artist's shit" by Manzoni in terms of dealing with the value of art. Apparently criptical, it fits well the italian idea about the european common money since the actual economic crisis. Zero, that's how much people value it, as a result. By the way, what's really the means of happiness? Money not at all. In watermark detail, the image of a troll-face, a reference to the world of Absurd, internet and its memes.
Salvatore Fiore zero Euro paper money 2014
Salvatore Fiore "0 Euro paper money" 2014 / paper
not-so-unique piece

lunedì 6 maggio 2013

Banksy and Mr. Brainwash are the same person? convincing insinuation.

We could reasonably say we know nothing about them, since the informations we have on both are spread via the "unsafe media" for excellence, the internet, in which everyone can tell and write everything of fictious about the self. With a fast cross research on their wikipedia pages, their places of birth, ages, etc. are no certain informations and we have no knowledge of anyone having certainty about their distinct identities. The documentary "Exit through the gift shop" filmed by Banksy is all around Thierry Guetta (mr. Brainwash), who has this extrovert personality, the disturbing opposite of Banksy's hiding identity, making him an easy target of critics. The movie is a casuistry of odd gags made by Thyerry, revealing his ignorance on the moral aspect about the history of art. Thierry says at one point in the film-:"Andy Warhol is dead, now it's my time" sentence strangely coinciding with the way he works and also with the sentence on the stone in the gallery we find on banksy's web site:-"The bad artists imitate, the great artists steal.", which we see below.
Banksy steals
The piece which, in my baleful opinion,
best conceptualizes both Mr. Brainwash and Banksy's style and  characters
But what most of all suggests me that Mr Brainwash and Banksy are one person is the fact that Mr brainwash totally delegates his work to assistants and collaborators, which would possibly give him the time to act as Banksy. Banksy is also very good at traveling all around the globe without leaving traces, which is an ability we image to be of a more than wealthy and free man. Last but not least is the fact that B. and Mr. B. have both a strong affection on their image, one in the sense of a total protection, the other on a grotesque exaggeration.
If you see the picture taken in the february of this year, showing an unknown street artist's face attributed to Banksy, with a visibly similar eyebrow to mr. Guetta's one, I would exclude to consider that my hypothesis is not taking anywhere, since the time i cannot think of two people having such fame but only one with a brain.

sabato 6 aprile 2013

B Side Tattoo - nuovo spazio

Mario_Brunelli
scansione del volantino promozionale dello studio
artistico di Mario Brunelli con Luigi Del Duca.
Prossimi all'apertura del nuovo spazio in via Piscicelli, non più su strada ma in appartamento, vi ricordo il lavoro di Mario Brunelli e Luigi Del Duca, tattoo artists.