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domenica 7 agosto 2016

Made in Fat City - Molosiglio d'Agosto

Nella città grassa - del logo con la pancetta - di Fat City, congrega napoletana di aggregamento musicale, si festeggia il settimo giorno del mese agostano con una line-up cataclismatica. Il setting è il collaudato faro del molosiglio, ritrovo estivo della scena napoletana - ce stamm vuottann' a mmar' - che ospita [dopo i The Devils di giugno e la serata di luglio con La Via Degli Astronauti, Saudade, Sick Sciences] trash, hard(e)core, eroi locali e garage pop che tanto giovano alla caligola partenopea. Un vento veloce e fischiante ha accompagnato l'evento. Penetrante e glaciale con le sonorità del toscano Tab_ularasa, chitarra e voce alla gioventù sonica, sindromi di peter pan e complessi anali (canzoni sulla cacca e urli al "basta casta") che ci ricordano il nostrano Aaron Rumore, col quale si è vociferata una collaborazione [la cui assenza sembra smentire]. Poi il vento si fa ridondante con l'acca-cì dei Motosega, imperterriti e sempiterni propagatori della vecchia scuola, senza i quali la serata non avrebbe avuto struttura. E infine il ritmo si accelera e ritualizza con le mazzate nel pogo dei Collapse e dei Satanic Youth, rispettivamente da Firenze e dalla Liguria, entrambi di ritorno dal Lecce Hardcore festival. A condire, dj-set e brindisi con roba forte fra buoni vecchi abitudinari della scena partenopea insieme a onorevoli ospiti. La tentazione di buttarsi a mare è stata forte, ma abbiamo resistito: l'acqua là sotto fa schifo, meglio i drink del Capitano e del Michele o la birrozza della Signora. Parliamo fuori dai denti.

Molosiglio - 7 Agosto - Fat City
Satanic Youth - Collapse - Motosega - Tab_ularasa

lunedì 6 giugno 2016

After Fukushima. An animation of the disaster.

Moving colored particles are indicators of radioactivity in relevations made from march 12 to april 12 of 2011.
Indicators are revealed through their spectrum captured from earth's orbit.


After Fukushima. An animated gif that I made with images taken from space, on the initial radioactivity rates of the nuclear apocalypse started in 2011. 100% of fishes from the pacific ocean are today tested to be yet radioactive.

mercoledì 16 marzo 2016

'Candide' di Mark Ravenhill - Teatro Mercadante

Candide è uno spettacolo nel senso aggettivo della parola. La piece, una rivisitazione del Candido di Voltaire, rappresenta la rilettura di Mark Ravenhill. Lo spettacolo, pur afflitto dalle nervosità dialogiche della scrittura contemporanea, realizza il surreale sguardo del nostro tempo su un'opera mitologica del pensiero illuminista e lo fa attraverso le tecniche del manierismo shakesperiano di un ‘teatro nel teatro’.
L’innovazione di volta della piece è l’elemento del viaggio nel tempo, prestito cinematografico, che si realizza nella divisione dei cinque atti: altrettanti salti temporali tra settecento, una metafisica scoperta delle Americhe in Eldorado, i giorni nostri e la visione su un futuro prossimo imprecisato.
il Candide in questione è preso dall’ambiguità di vedersi rappresentato, protagonista della piece, e incarnare un Candide interiore, a rappresentanza del sentimento di umanità dei personaggi di Sarah e della figlia, rispettivamente Francesca Mazza e Federica Zacchia. Infine, da ibernato, si sveglia alla decadenza del sogno idealistico di Cunegonde, una altrettanto complicata metonimia dell’Amore.
La grande macchina della messinscena dimostra la peripezia di un discorso coerente sull’ottimismo, profetizzato dal personaggio leibniziano di Pangloss, all’ombra della post-storicità del mondo globalizzato.
La stimolazione sensoriale, l’uso aggressivo della spazialità e degli audiovisivi, la bravura del cast nell’usare questi elementi realizzano a pieno le potenzialità del testo, televisivo nella mescolanza dei linguaggi, maleducati nel rappresentare il settecento, ingenui nel descrivere il salto nella contemporaneità degli ultimi atti. Esce fuori un disegno complicato, poco toccante, che funziona come forte suggestione sensoriale. Una riflessione di grande attualità che invita all’approfondimento di temi caldi, ma si fa prendere dal callo dell’intrattenimento, con lode all’istrionismo degli attori.
Questo spettacolo deve essere visto, con uno sguardo della genialità, che sembra riversatasi tutta nella regia di Fabrizio Arcuri, che ne custodisce il codice: un linguaggio dell'inventiva senza fondo, esaltante e raro.

Lorenzo Buongiovanni, 16 Marzo 2016, Napoli

Fotografie di Achille Le Pera © —
'Candide' di Mark Ravenhill, regia Fabrizio Arcuri
TEATRO MERCADANTE 15 marzo 2016 20 marzo 2016


traduzione Pieraldo Girotto
regia 
Fabrizio Arcuri
con Filippo Nigro, Lucia Mascino, Francesca Mazza, Francesco Villano, Matteo Angius, Federica Zacchia
e con Domenico Florio, Lorenzo Frediani, Giuseppe Sconditti, Francesca Zerilli
e la partecipazione straordinaria di Luciano Virgilio

musiche 
H.E.R.
scene Andrea Simonetti
costumi Fabrizio Arcuri
video 
Luca Brinchi, Daniele Spanò
live visual 
Lorenzo Letizia
assistente alla regia 
Francesca Zerilli
assistente ai costumi 
Valeria Bernin
produzione Teatro di Romain collaborazione con Centro Teatrale Santacristina

mercoledì 9 marzo 2016

giovedì 11 febbraio 2016

Duodenum release party - A.T.R.I.6 , Napoli

Television breaker
A.T.R.I. 6, 13 Feb, Napoli, Release party

Autoproduzioni Totali Rock'n'roll Intransigente presenta

DUODENUM 7" RELEASE PARTY

DUODENUM
(Punk Blues Duo Extravaganza da Milano/Napoli su VidaLoca Records)
Dopo anni di cocciuta produzione casalinga è arrivato il primo 7" dei DUODENUM, duo blues punk gospel di culto della feccia e dei reietti della musica sotterranea italiana. Uscito per Vida Loca Records e Bubca, il 7" contiene ben 8 canzoni che rappresentano al meglio l'evoluzione e la storia del duo più sbagliato e peggiore della storia della musica italiana.

WHITE NIGGERS
(Garage Rhythm and Blues da Lucera)
4 forse 5, bò non è dato saperlo, brutti ceffi della provincia di Foggia, amanti del soul, del garage, del rhythm'n' blues. Che altro aggiungere... niente, ci basta così!!
https://www.facebook.com/thewhitengz

TUTTIFRUTTI APOCALYPSE
Selezioni depravate a cura della coppia più Rock'n'Roll dello stivale!!
https://www.facebook.com/tuttifruttiapocalypse

APERTURA ORE 22:00 (DJ SET)

INIZIO CONCERTI ORE 23:00
A.T.R.I. 6
Via Napoli, 6 Napoli

giovedì 5 novembre 2015

Condizione Umana

La natura umana è il frutto di innumerevoli condizionamenti biologici. L’intelletto umano, nel suo stadio di sempre più affinata astrazione dall’onere della sopravvivenza, si emancipa dalla propria condizione divenendo cosciente di sè. Ma la natura umana vive di condizionamenti ben più profondi rispetto al tema della sopravvivenza nel senso stretto di “sostentamento”: i meccanismi di sopravvivenza che rimangono latenti e ritornano sotto forma di meccanismi di autodifesa. Di questo concetto vi è un esempio su tutti, la reminiscenza intrauterina della apnea autoindotta: nei bambini piccoli se si soffia sopra il volto, gli occhi si chiudono e il viso si contrae come per trattenere il respiro. Ebbene la sensazione di aria che corre sulla pelle del viso nei neonati è ricondotta alla percezione (dunque una memoria, sensazioni collegate ad esperienze) del liquido presente nella placenta. Non solo questo innesto che ci proviene dall’esperienza prenatale è un tratto condizionante della condizione umana, ma è comune a molte altre specie mammifere quali i felini, che però hanno altre esperienze sensoriali. Quanto mai oggi si riconduce il sapere sull’essere umano, il sapere antropologico, alla condizione di fisicità dell’uomo sulla Terra, al suo essere Mindful Body, corporeità pensante.

mercoledì 21 ottobre 2015

#OMG - Frutta

Lo sconfinamento fra Arte e Scienza, Bio-arte: un discorso fruttuoso.


Il punto debole di ogni argomentazione intorno agli OGM, che parli al pubblico più vasto, è non ricordare la distinzione fondamentale che interessa i consumatori: cibi transgenici, la cui riproduzione avviene in laboratorio con codice genetico non appartenente alla specie; cibi ibridati, la cui selezione avviene normalmente in agricoltura al fine di garantire il raccolto e selezionare i rami della specie fertili al fine di un giovamento nella resistenza ambientale e nei nutritivi, ad ogni stagione di raccolto. Abbiamo letto in un'articolo di artribune che ci si riferisce alla storiografia dell'arte, specificamente alla natura morta del diciassettesimo secolo, per evidenziare le specialità vegetali e animali esistenti all'epoca e attuare un confronto con quelle esistenti oggi, scomparse, sopravvissute o di nuova scoperta. Quello a cui si riferiscono il professore Nienhuis come anche Todd Wehner sono le idiosincrasie geografiche e morfologiche delle varietà di cui abbiamo documentazione visiva, pittorica e fotografica, che ci possa essere giunta (anche grazie alla storiografia dell'arte) fino al momento in cui, dagli anni 70, Cohen e Boyer dimostrarono la possibilità della clonazione di materiale genetico attraverso organismi di specie diverse fra loro. Questi sono noti come i primi effettivi sperimentatori nella manipolazione genetica. Parlando di intersezioni tra arte e scienza, l'interesse artistico dell'architettura genetica è proprio quello che ha dimostrato un'artista della bio-arte quale Heather Dewey-Hagborg. Attraverso la opera di hacking-spionaggio stranger visions, di frammenti di codice genetico, ha generato dei ritratti, maschere, dei possessori di frammenti di codice, ritrovamenti casuali nello spazio urbano. Riporta alla visione ciò che era nascosto alla vista, nel mozzicone di sigaretta o nella gomma da masticare sotto forma di tracce di secreti corporei.
Nel sempiterno tentativo degli artisti di contribuire al progresso scientifico, ci sembra fantascientifico immaginare che dipinti di epoca barocca, che ci trasmetterebbero altrimenti solo opulenza e languore, si proiettino al limite della fantascienza quando sono esaminati con lo sguardo pornografico e vivisezionista dello scienziato di chimica agraria o dell'ingegnere genetico contemporaneo.

Frutta, Capodimonte, Barocco
Natura morta (dettaglio) - XVII sec.,
Collezione Farnese,
Museo di Capodimonte di Napoli.
–––
Sulla frutta figurano numeri che rimandano a una appendice,
dipinta nel quadro stesso, la quale riporta i nomi delle
varietà di frutta raffigurate. Il lavoro della pittura Barocca
ci aiuta, a secoli di distanza, in una ricostruzione della
selezione (e semplificazione quando non disfacimento)
delle numerose specie vegetali del nostro vissuto storico.

domenica 18 ottobre 2015

Žilda à artecinema

"Žilda à Naples" nel titolo e nei fatti, una recensione del documentario con siparietto alla proiezione ad artecinema


La rassegna di pellicole sull'arte contemporanea 'artecinema' 2015 si apre con il film 'Art War' e si chiude ugualmente con la street art di 'Žilda à Naples'. Artista di cui Television breaker si è già occupato in un post del giugno 2012.
A intervistare il regista Colin Torre (cameraman e montatore del suo stesso film), è Laura Trisorio, la quale dopo poche battute apre il tema sulla presenza nella sala di proiezione dello street artist in questione, Zilda, che pare possa aver scelto di presenziare. Non è chiaro, ma trapela un certo fremito nelle parole di Colin.

Le luci in sala si abbassano. Inizia il manifesto in cinema dell'arte di Zilda. Un film ovvero un monologo dell'artista medesimo che ci lascia a bocca aperta per la fluidità con cui si fa accompagnare dalle immagini dei suoi stessi lavori, nonchè della loro realizzazione. Ma l'artista non si fa mai riprendere in volto, nonostante l'iconica felpa nera col suo nome sulla schiena, che lo identifica evadendo ogni dubbio. Un'opera magistrale di poesia per immagini e parole, considerato anche il low budget con cui sembra essere stata realizzata.

Ma accade un imprevisto sensazionale: il meccanismo di proiezione si inceppa dopo un elogio finale su Napoli, su come "ogni altra città impallidisce" al confronto, sul quale il film sembra voler concludersi. Si pianta sullo schermo una immagine glitch di un fotogramma distorto e una voce dalla sala lancia un urletto, gracchia un lamento, tutti si alzano, qualcuno applaude. Le luci si alzano e pare che gli sguardi del pubblico seguano una figura in fuga, con un tubo per poster simile ai rotoli di carta appena visti nel film.
Laura Trisorio si scusa per i "56 secondi" di pellicola che hanno mancato di proiettare e saluta tutti al prossimo anno per una nuova rassegna di artecinema.

Può darsi che il lamento alla interruzione della proiezione fosse dell'artista? Che tanto si era dato da fare per nascondere la sua identità, non poteva mancare alla prima del suo documentario. Docufiction che si apre con un commento alla quantità di cose e selfie e beni di consumo e tutta questa roba "sotto forma di paradiso" che potremmo criticare coerentemente se solo fossimo fuori da quella sala in cui, senza più ombra di dubbio, Zilda a un pelo dallo smascheramento, ha scelto di autocelebrarsi.
Finale clamoroso di rassegna.

giovedì 20 agosto 2015

#OMG - Primo

Mio nonno, il prof. B. Marano, è stato un chimico agrario, docente universitario, e una cosa fondamentale che mi ha passato è stata che i vegetali transgenici o cisgenici che siano, quando possiedono caratteristiche potenziate, nella quasi totalità dei casi perdono la capacità di produrre autonomamente semi, di riprodursi.


OMG
I pomodori 'perfetti', tondi, transgenici o misto transgenici/cisgenici,  hanno una architettura genetica progettata per realizzare il massimo della forma e il massimo della presenza di determinati nutrienti, in condizioni ambientali spesso disperate, a discapito però della specialità vegetale originaria. Ad ogni semina le colture di ogm sono re-ingegnerizzate in laboratorio, con il problema fondamentale che la richiesta di mercato di colture (è il caso di dirlo) naturali, cade rispetto a quella delle colture ogm per fattori quali la sicurezza del raccolto e ragioni, per lo più dovute all'estetica del prodotto, di spendibilità sul mercato ortofrutticolo.

Il problema per gli agricoltori e così dicendo per i consumatori è che le sementi commerciate dalle compagnie chimiche e farmaceutiche, soprattutto nel caso degli ogm portano a una condizione di dipendenza se non subordinazione degli agricoltori e dei piccoli come dei grandi produttori nei confronti dei laboratori di bioingegneria, delle case chimico-farmaceutiche che producono i semi.

Il trattamento squilibrato, dicotomico, tra parti interdipendenti di settore primario (agricoltori) e settore terziario (politiche dell'industria chimica e del farmaco) ha avuto un tentativo di legiferazione, che è sembrato prescindere dalla tematica ogm ma che è invece ivi compresa.
Nel dibattito con il parlamento europeo la commissione europea ha visto bocciato il proprio disegno di regolamentazione delle sementi nel marzo del 2014, che avrebbe avuto come conseguenza sostanziale di impedire lo scambio libero delle sementi tradizionali tra gli agricoltori, liberi cittadini di una stessa nazione: un procedimento antropologicamente consolidato che tutela la biodiversità e le colture tradizionali tra le generazioni. Il vantaggio di una tale legiferazione sarebbe stato se non altro quello di obbligare i coltivatori alla scelta di sementi prodotte in laboratorio, schiacciando le pratiche di auto-inseminazione delle colture.
Abbiamo visto come le colture del mais negli Stati Uniti e presto del riso in Italia, siano invasive e minino le colture non-ogm, nei resoconti del Rodale Institute, e di come esse portino ugualmente alla presenza di piante infestanti ed effettivamente ne favoriscano la selezione naturale [documento testuale del servizio report].

Oltre che rispetto agli agricoltori che tutelano le specialità botaniche, proprio nei confronti dei cittadini Europei, con il dibattito sul TTIP, si sarebbero commesse le più gravi ingiurie nascondendo la presenza di materiale transgenico/cisgenico nei prodotti importati dagli USA.
Ugualmente attraverso le proposte della Commissione europea, così anche negli Stati Uniti: la deregolamentazione delle etichettature degli ogm è una battaglia che le multinazionali alimentari stanno combattendo strenuamente e che promettono di vincere, stando alla forza del gruppo lobbistico, contro la consapevolezza dei consumatori non più solo americani ma internazionali.

In definitiva: è il rilievo mediatico di scoperte ed evidenze scientifiche che ci porta a politicizzare il discorso sui cibi ogm. Le teorie come le pratiche scientifiche, nel mare magnum delle politiche di tutela o proibizionismo, diventano esse stesse enunciati politici quando accompagnate da ogni tipo di giornalismo, propagandistico, allarmista, populista, retorico, scettico, generico o quale altro.
In quanto consumatori oltre che cittadini, sentiamo la necessità di vedere rispettati il principio di trasparenza, prima di elaborare le politiche di restrizione o di favoreggiamento che interessano il futuro, oltre che il presente, dell'alimentazione.