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lunedì 2 giugno 2025

Paola Ricciardi - Second Quarantine

 Ho montato e pubblicato questo video per Paola Ricciardi nel 2021. Lavorando in smart working, per la pandemia di covid 19, gli spostamenti e le relazioni sono stati interdetti a causa delle politiche sanitarie restrittive imposte dalle autorità. Questo lavoro collaborativo nasce dall'esigenza di due artisti che cercano lo sguardo del pubblico al limite di uno spazio domestico, proiettato sull'esterno alla velocità del tuono.


mercoledì 21 maggio 2025

Morte accidentale di un anarchico al Bellini

 

La regia di Antonio Latella contraddice gli spazi e i tempi del testo originale, per poter inscenare il calpestio dei passi sulla silhouette disegnata dell’anarchico morto: una scenografia che è diventata una passerella di moda. Gli abiti degli attori sono spersonalizzati, parlano più voci sulla scena e danno vita a complessi di personalità multiple… Tutto questo ha davvero senso oggi? Siamo noi, con le nostre voci che diamo vita a questo spettacolo nevrotico di una società esaurita al punto da configurarsi in una paresi intellettuale? Il testo lo urla, ma qui gli attori vanno oltre, sono troppo pazzi per poterci paragonare a loro. Eppure gli accusati dalla drammaturgia siamo noi. Edoardo Sorgente carica ulteriormente la voce, pure cercando lo sguardo del pubblico. Lo spettatore è obbligato al silenzio, autodenuncia dell’omertà sull’assassinio del ferrotramviere anarchico. Il problema alla base, e insieme il successo, del gioco registico di Latella è che sia così in linea con il senso profondo dello spettacolo da obbligarci a dimenticare l’intera vicenda, pur di reggere il colpo di una tale esplicitazione. Il pubblico di questo spettacolo ne esce così completamente accusato e avvilito. Il gioco del protagonista, il vero pazzo nella scrittura di Fo e Rame, non regge il confronto con gli altri personaggi. Per pareggiare i conti di un’interpretazione esasperata, questo spettacolo ha spostato tutti gli equilibri. Ci obbliga allo “scandalo” (e cito l’opera) necessario per recepire un’opera che sarebbe, ed è, di un premio nobel alla letteratura. Proprio perché ricalca i modi d’oggi e i tempi della fruizione contemporanea, lo scandalo, l’urlo, il protagonismo scenico, sono più che necessari per obbigare tutti, e ognuno, alla ricezione del messaggio. Siamo tutti colpevoli, ancora una volta.